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Calcio a 7

Calcio a 7

Il Calcio a 7 è una disciplina che può essere praticata all'interno delle attività gestite dalla FISPES, la Federazione Italiana Sport Paralimpici e Sperimentali, riconosciuta dal CIP quale federazione sportiva paralimpica nel 2010. La disciplina del Calcio a 7 è riservata ad atleti con cerebrolesione di natura congenita o acquisita. Possono giocare a Calcio a 7 atleti che hanno subito un danno cerebrale con conseguente difficoltà nel movimento, coordinativo e di equilibrio: emiparesi, ipertonia muscolare, atassia, atetosi, trauma cranico, ischemia, ictus leggero, ipossia neonatale. Per la pratica di questa disciplina non sono previsti alcun tipo di ausili.

Le regole sono simili al calcio per normodotati, nonostante si giochi a 7 su un campo con dimensioni 70x50. Non esiste il fuorigioco e le rimesse in campo possono essere effettuate con una sola mano. La partita si compone di due tempi da 30 minuti. Nel Calcio a 7, per essere eleggibili, i giocatori vengono classificati tramite tre test di valutazione (ambulatoriale, fisico e da campo) nelle seguenti classi: FT1 - maggior gravità motoria, FT2 - moderata difficoltà del movimento e FT3 - con residuo deficit fisico. In ogni partita, per squadra, può giocare un solo giocatore FT3 con l'obbligo di avere sempre un giocatore FT1 in campo. Per il Calcio a 7 esistono i Campionati Mondiali per ranking (1-12 posizione, 12-24 posizione). Questa disciplina non rientra tra quelle dei Giochi Paralimpici. Il Calcio a 7 è uno sport molto positivo per quanto riguarda la socializzazione visto che offre opportunità di pratica sportiva per giocare in squadra alle persone con cerebrolesione.

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